Sono iniziati i lavori di restauro e dopo tanti anni di equilibrio instabile Villa Donà si ritrova improvvisamente puntellata, e anche spogliata; libera dalle macerie che tempo e incuria le avevano rifilato e sotto la lente di chi la sta esaminando in ogni suo centimetro, “la Signora” ha messo in luce la sua anima fragile.
Proprio di questa fragilità ci parlano Francesco Rigon e Margherita Simonetti, gli architetti che si stanno occupando del progetto di restauro. Ci spiegano che Villa Donà, della tipologia di “villa veneta” – tradizione tipicamente vicentina delle architetture nobiliari – è espressione di una modalità del costruire che si può definire “di facciata”: all’aspetto esteriore molto esibitivo corrisponde una struttura – un’anima – labile, quasi precaria.
Quali evidenze ci portano a questo pensiero? Le possenti murature, erose dagli agenti atmosferici e dall’azione del tempo, che rivelano la loro consistenza incoerente (…) Questo argomento ti interessa? Iscriviti alla nostra newsletter per l’approfondimento completo! Vai al form iscrizione!
